Il Centro Studi Agricoli, per voce del suo Vicepresidente Stefano Ruggiu, esprime forte preoccupazione per i ritardi nei pagamenti della PAC e del CSR/PSR da parte dell’organismo pagatore sardo ARGEA. Esiste infatti un rischio concreto di dover restituire a Bruxelles ingenti somme, pari a circa 50 milioni di euro, se non si riesce a spendere l’intero ammontare di circa 310 milioni di euro del ciclo PSR 2014-2022 entro il termine ultimo fissato al 31 dicembre 2025, secondo la formula "n+3" stabilita dall’UE.
Secondo Ruggiu e il Centro Studi Agricoli, senza l’adozione di misure straordinarie il rischio di restituzione fondi diventa reale. Tra le proposte avanzate figura l’autorizzazione di progetti obiettivo interni, incentivati economicamente, per il personale di ARGEA, consentendo a chi aderisce di lavorare oltre l’orario di servizio. Inoltre, si propone di affidare l’istruttoria delle pratiche a professionisti esterni, come richiesto dal direttore generale di ARGEA nella nota 81327 del 14 novembre 2024 inviata all’Assessorato Regionale all’Agricoltura.
La scelta di aprire nuovi bandi, come la misura 13 sul Benessere Animale, la misura 4.1 sugli Investimenti nelle Aziende Agricole e forse l’Indennità Compensativa, utilizzando i fondi del ciclo di programmazione 2014-2022 invece di quelli della nuova programmazione 2023-2027, è stata definita una "furbata". Questa scelta, secondo il Centro Studi Agricoli, non risolve il problema ma lo posticipa al 2027, aggravando il ritardo nella spesa dei fondi del nuovo ciclo di programmazione.
Il Centro Studi Agricoli sottolinea la necessità di una riforma strutturale non più rinviabile degli enti agricoli e di ARGEA stessa, con un potenziamento definitivo che non scarichi ulteriori funzioni sull’Agenzia LAORE. Quest’ultima, per statuto, deve restare un’agenzia di assistenza tecnica per agricoltori e allevatori, e non trasformarsi in un secondo ente istruttore e pagatore, come già accaduto con gestioni straordinarie su bandi relativi a siccità, cavallette, Lingua Blu, carburante agricolo, e altro ancora.
Conclude Ruggiu: "È giunto il momento che la Regione affronti con decisione questa situazione e completi la riforma degli enti agricoli, per evitare di trovarci nello stesso scenario nel 2027".
Cagliari, 13 gennaio 2025
Ufficio Stampa Centro Studi Agricoli